26/05/2021: Lavori in corso! Abbiamo iniziato ad aggiornare tutta la sezione dedicata ai Trigger Points; ci sono modifiche in corso per cui potete trovare gli argomenti non ancora completi o ben disposti.

Tutorial Miofasciale

Vorrei che questo mini-tutorial fosse  comprensibile ed utile a tutti. Come vedete non è completo, siamo solo all’inizio. Abbiamo molto altro da scrivere..

Il contenuto di questo tutorial è destinato ad uso privato e personale. Le informazioni hanno esclusivamente scopo informativo e non intendono sostituire il parere del medico, di altri operatori sanitari o professionisti del settore, che devono in ogni caso essere contattati per l’indicazione di un corretto programma terapeutico, di allenamento o riabilitazione. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori sulla base delle informazioni e delle notizie qui riportate, anche se dedichiamo molto tempo per la verifica della correttezza delle stesse.

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Introduzione

Fascia e Rilascio Miofasciale , due argomenti tra loro collegati. Le informazioni contenute in questo tutorial sono utili per chi vuole sconfiggere rigidità ed indolenzimento, recuperare scioltezza ed elasticità dei movimenti, prevenire l’infortunio, alleviare il dolore, vivere la vita con più energia. Troverete molti argomenti utili per migliorare le proprie conoscenze in ambito di benessere, prevenzione, prestazione sportiva, postura, cura e riabilitazione. Il tutorial riprende schemi e contenuti di quanto già sviluppato con il sito miofasciale.it

La Fascia

Riassunto di nozioni relative alla Fascia.

  • Cos’è la fascia?

Fascia o tessuto connettivo, composto principalmente da fibre di collagene; è presente in tutto il corpo a vari livelli di densità, dalla nascita alla fine della nostra vita. Costituisce circa il 16-20% del peso corporeo, immagazzina il 23% del contenuto totale di acqua ed è una componente anatomica particolarmente rilevante nella determinazione della postura di ognuno di noi tanto che è stata definita l’ ”organo della forma”.

Si distingue in

  • fascia superficiale
  • fascia profonda , differenti in termini di struttura e funzione.

La prima (superficiale) è ricca di fibre elastiche e presenta poca vascolarizzazione. Simile ad un’ unica continua “rete” allo stesso tempo si attacca al derma della pelle e si ancora agli organi sottostanti. Permette l’immagazzinamento di grassi e acqua e forma una superficie che aiuta a mantenere il calore corporeo. Il suo spessore dipende anche dalla nostra alimentazione. In ambito terapeutico un leggero massaggio può modificare lo stato all’interno di questo strato, con relativi effetti benefici.

La seconda (profonda) ricopre, avvolge, sostiene, separa, unisce, protegge, fornisce coesione ad ossa, organi, muscoli, legamenti, tendini. Comparata alla prima ha una struttura più “robusta”costituita da tessuto connettivo denso irregolare, formato da fibre collagene e da fibre elastiche disposte in direzione trasversale, longitudinale e obliqua.
Si “incolla” nell’osso sacro, dove convergono i vari compartimenti fasciali del corpo e da cui si diparte la porzione di fascia profonda che percorre gli arti inferiori fino a fondersi con la fascia superficiale, a livello della pianta del piede. Studi recenti le hanno attribuito un importante ruolo a carattere propriocettivo e nella trasmissione delle forze. Come la prima presenta poca vascolarizzazione.

La fascia  profonda ” contiene ” a sua volta altre due tipologie di fascia :

– la fascia viscerale e

– la fascia meningea

La prima (viscerale) si estende dalla bocca all’ano. La porzione maggiore di questa fascia si trova intorno agli organi toracici ed essendo anche un deposito di grasso, può creare problematiche deformando la cavità corporea.  A livello addominale riveste completamente gli organi sospesi. In alcuni punti  si ispessisce e funge da protezione per gli organi.
Alcuni ricercatori considerano questa fascia un tutt’uno con quella profonda.

La seconda (meningea) racchiude l’intero sistema nervoso centrale.

La Fascia, a molti sconosciuta, dimenticata, da qualcuno considerata troppo semplicemente solo come un tessuto che ricopre ed avvolge i muscoli. In realtà è molto di più. La fascia è protagonista assoluta per la qualità del movimento o gesto motorio. Pensiamo ad un robot di ultima generazione: la struttura portante e le articolazioni sono molto simili al nostro scheletro ed organi meccanici rimpiazzano degnamente i nostri muscoli e legamenti. C’è però ancora una grande differenza tra uomo e robot : l’armonia dei movimenti. Al robot manca la fascia connettivale!
La fascia è una sorta di direttore d’orchestra del nostro corpo.

La fascia può,nel tempo, modificare la sua struttura. Se cambiando si irrigidisce possono comparire dolori, contrazioni, tensionamenti, limitazioni del movimento, stanchezza, disfunzioni degli organi. La fascia si contrae e si compatta in risposta a qualsiasi tipo di aggressione o stress fisico, emotivo, ambientale. Se lo stato iniziale non viene automaticamente ripristinato le fibre in alcune zone possono sovrapporsi ed aderire una all’altra creando anormali pressioni, tensioni, disallineamenti, ridotto apporto di sangue.Le aderenze che si verificano in un punto, possono produrre tensioni in zone ben distanti; la rete fasciale, infatti, connette tra loro tutte le zone del corpo. Ciò aiuta a spiegare combinazioni apparentemente inspiegabili di dolori e lamenti di molte persone. Molto spesso i sintomi dolorosi sono in parti del corpo che potrebbero essere considerate senza alcun rapporto diretto. Così un dolore alla mano può essere provocato da aderenze che si verificano a livello del collo… Sicuramente è corretta la considerazione che il corpo è un’ unità senza cuciture in cui nessuna parte è separata dall’altra. I tre principali fattori che irrigidiscono la fascia sono:
-meccanico (sovrauso / errata esecuzione di movimenti, posture errate, infortuni, sedentarietà)
-chimico (alimentazione)
-psico-fisico (stress, emozioni , freddo)

  • Caratteristiche della fascia dal punto di vista terapeutico:

-Si contrae e si allunga elasticamente

-E’ un elemento importante per la postura in quanto fornisce sostegno e stabilità al corpo

-E’ profondamente coinvolta in tutti gli aspetti che riguardano il movimento

-E’ responsabile di stati di congestione cronica di nervi e tessuti quando alterata

-La fascia ed il sistema nervoso sembrano essere intimamente connessi. E’ densamente popolata da particolari recettori che sono sensibili alla pressione manuale. Pressioni manuali profonde, eseguite in maniera statica o con lenti movimenti, oltre a favorire la riduzione di viscosità  della sostanza fondamentale della fascia, stimolano questi recettori ( meccanocettori ) con effetto di un rilassamento globale di tutti i muscoli oltre che mentale (van den Berg & Cabri, 1999). Risultato opposto è ottenuto tramite manualità forti e rapide.

-La fascia è coinvolta nel campo d’azione dei processi infiammatori

-Aderenze fasciali possono provocare blocchi nel flusso venoso , della linfa e delle correnti nervose

-I piani fasciali fanno da veicolo di diffusione per processi infettivi.

-Disfunzioni al tessuto fasciale possono provocare tensionamenti nella Dura Madre (la più esterna delle tre membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale) con effetti dolorosi diffusi, profondi e non sempre facilmente identificabili.

Ginnastica Miofasciale

Se dai un’occhiata ad un libro di anatomia vedrai le immagini dei singoli muscoli meravigliosamente descritte. Se fino a poco tempo fa è stata data molta importanza alla muscolatura, sia in campo medico che sportivo, oggi, grazie alla ricerca, sappiamo che la fascia gioca un ruolo importante in entrambi i settori.
Qualsiasi attività fisica coinvolge il sistema muscolo-fasciale.

Rilascio miofasciale,

è un termine generico. Può essere considerato come il risultato del lavoro praticato dal terapista tramite la manipolazione del sistema muscolo fasciale, effettuato per risolvere stati dolorosi acuti, cronici, diffusi, o localizzati in specifiche parti del corpo. E’ un risultato ottenuto con il contributo attivo del paziente, che serve da guida al terapista. Durante il trattamento si sviluppano nel paziente capacità di autocura.

Si stanno sviluppando in tutto il mondo programmi mirati di Ginnastica miofasciale; sviluppati da professionisti del settore  prendono in considerazione l’anatomia del corpo umano.  Il principale obiettivo della ginnastica miofasciale è il rilascio miofasciale.
Con un po’ di pratica, leggendo qualche libro e con l’ausilio di semplici attrezzi, possiamo effettuare anche da soli una sorta di ginnastica miofasciale e  simulare il trattamento manuale del terapista.
Lo stesso terapista dovrebbe insegnare al paziente come effettuare questo “lavoro” e prescrivere un programma che sia il naturale proseguimento della sua terapia, ottenendo così un risultato completo, soddisfacente, con l’importante obiettivo di evitare una ricaduta o ricomparsa del problema.
Abbiamo inteso questo autotrattamento che dona sollievo e toglie rigidità a muscoli, arti, giunture, come un insieme di  pressioni, allungamenti e movimenti effettuati a corpo libero e con l’ausilio di semplici articoli.

Di seguito è schematizzato il concetto di Ginnastica Miofasciale di cui parleremo in seguito in modo più approfondito.

Schema riassuntivo

Cosa è la ginnastica miofasciale a cosa serve benefici e collegamenti alle altre terapie

Ginnastica Miofasciale Schema del Concetto

Scopi della G. M.

In ordine le spiegazioni di ognuno dei punti nominati nello schema.

Prevenzione

Scoliosi Prevenzione Mal di Schiena Postura

La prevenzione inizia da giovani

Basta guardarsi intorno per vedere che la maggior parte di uomini e donne sopra i 50 anni soffre di rigidità croniche con conseguenti limitazioni dei movimenti. Ormai il fenomeno è talmente diffuso che viene visto come normale o naturale parte della fase di invecchiamento. In realtà possiamo andare contro questa tendenza dedicando poco tempo a semplici esercizi, svolti quotidianamente, che mantengono in buona salute il nostro fisico limitando e prevenendo stati dolorosi, squilibri posturali, infortuni nello sport o vita quotidiana.

Cura e Riabilitazione post – infortunio

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Riabilitazione Propriocezione e Fascia

Molti infortuni interessano il sistema fasciale, non muscolare. Dopo un trauma e l’immobilità è d’obbligo prendere in considerazione la fascia per evitare che tensionamenti, rigidità, restrizioni, diventino croniche e non consentano una perfetta guarigione.

Benessere quotidiano

salute e benessere quotidiano

Flessibilità, Armonia dei Movimenti e Benessere

Avere più energia, svegliarsi al mattino più riposati, godere della sensazione di vivere la vita senza alcune forme di dolore cronico. Lavorando sulla distensione di muscolatura e relativa fascia avremo una migliore percezione interna del corpo con un conseguente miglioramento del nostro rapporto con la professione, lo spazio, il tempo, le persone, il linguaggio, la sessualità. La sensazione di benessere si avverte da subito; liberi da tensioni muscolo-fasciali, proverete nuove sensazioni e la forza di gravità sarà libera di attraversare il vostro corpo.

Prestazione sportiva

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Studi del settore hanno dimostrato che lavorando sulla fascia si contribuisce a migliorare la prestazione sportiva intervenendo sia nel gesto atletico motorio sia a livello energetico.
La fascia ha un ruolo importante nella trasmissione delle forze. Nel settore sportivo la ginnastica miofasciale va intesa come una nuova importante aggiunta al programma di allenamento, per migliorare contemporaneamente la qualità dei movimenti, la flessibilità, la trasmissione delle forze, la stabilità e la postura.
Molti argomenti trattati in questo sito sono, relativamente, una novità per molti sportivi.
Possiedili da subito! Forse inizierai a fare cose che gli altri ancora non fanno e ciò ti permetterà di arrivare dove gli altri ancora non arrivano.

Prevenzione di sindromi dolorose miofasciali

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Prevenzione, piccoli gesti quotidiani. Inizia ora.

La sindrome miofasciale è una condizione dolorosa del tessuto muscolo-fasciale caratterizzata da dolore locale e riferito, descritto come sordo e profondo, determinato dalla presenza di trigger points miofasciali in una qualsiasi sede corporea. (vedi sezione trigger point per approfondimenti )

Automassaggio

 

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Automassaggio, semplice ed utile per il benessere quotidiano.

Provare un massaggio da soli è semplice, utile ed alla portata di tutti. La sola buona intenzione è già un successo. Bisogna però precisare che sapendo come e dove agire, perchè, e cosa succede quando lo facciamo, è la differenza tra una buona intenzione ed il trattamento di uno specialista.

Ogni tecnica manuale di massaggio porta con sé diversi tipi di effetti sul nostro corpo. Esistono però alcuni effetti benefici, accomunabili, dovuti principalmente alla tipologia di tocco e di pressione esercitata su specifiche zone.

I benefici dell’auto-massaggio

  • accresce conoscenza e consapevolezza
  • produce riscaldamento e decontrazione dei muscoli. Probabilmente è l’effetto più evidente e più conosciuto da tutti; massaggiare i muscoli scioglie le tensioni, le contratture che si creano e accumulano durante la giornata o durante un allenamento intenso.
  • stimola la circolazione venosa: i movimenti compiuti durante il massaggio consentono di spingere il sangue in direzione del cuore favorendo lo scambio, a livello cellulare, del sangue contenente le tossine, con sangue nuovo ricco di elementi nutritivi
  • stimola il drenaggio linfatico, mobilizzando la linfa in eccesso e le tossine stagnanti nel tessuto connettivo. L’automassaggio provoca un movimento di liquidi con conseguente effetto positivo a livello estetico. Il miglioramento del movimento della circolazione in qualsiasi forma si manifesti crea terreno fertile per i cuscinetti antiestetici, tanto odiati dalle donne. Anche in termini di cellulite otteniamo così dei decisi miglioramenti grazie all’aumento della microcircolazione.
  • apporta ossigeno e nutrienti
  • scioglie i cristalli di acido lattico
  • attenua l’intrappolamento e la compressione dei nervi
  • ripristina il fluire dell’energia nervosa
  • aumenta la luminosità e la bellezza della pelle, con eliminazione delle cellule morte e miglior assorbimento di nutrienti.
  • innalza la soglia della tolleranza allo stress; produce uno stato di rilassamento globale
  • favorisce una più rapida guarigione in alcune situzioni post infortunio
  • aumenta il livello di endorfine, sostanze prodotte naturalmente dal cervello, utili per farci sentire bene
  • aumenta le funzionalità renali e dell’apparato respiratorio : il massaggio crea una respirazione più lenta e profonda agevolando una corretta attività polmonare.
  • le ossa traggono indirettamente beneficio dal massaggio perchè il miglioramento della circolazione sanguigna e linfatica conduce ad un loro più efficace nutrimento.
  • migliora la funzionalità digestiva in tutte le sue parti. Il massaggio rafforza i muscoli dell’addome e dell’intestino migliorando l’azione del colon e alleviando la costipazione.
  • è facile da imparare perché molto istintivo
  • può essere d’aiuto per conciliare il sonno
  • Il costo è (quasi) nullo
  • Le uniche richieste dell’automassaggio sono curiosità, pratica, pazienza, un po’ di studio.

Le tecniche di automassaggio con le mani seguono le tradizionali, con movimenti di contatto, compressione, compressione e rullatura, pressione, pressione e rullatura, percussione.(spiegazioni di prossimo inserimento)

Sviluppa il tuo sistema di auto massaggio ed esplorandoti prendi confidenza con ogni parte del tuo corpo. Il risultato sarà una bella sensazione perché ti sentirai, forse per la prima volta, un po’ medico di te stesso.
Specialmente nel periodo in cui viviamo, il massaggio è un toccasana per tutti, per combattere lo stress e migliorare la funzionalità generale del nostro corpo. Ogni atleta o sportivo dovrebbe praticarlo.L’auto-massaggio porta benefici per tutti. Sono richieste curiosità, pratica, pazienza, un po’ di studio.

Qualche controindicazione:

Solitamente l’automassaggio non presenta particolari controindicazioni, tuttavia è opportuno considerare che in alcune situazioni, come in caso di lesioni e di patologie come stati febbrili, infiammazioni, cardiopatie, malattie infettive, sia opportuno evitarlo.

Sviluppi avanzati: i blocchi energetici

E’ noto che la malattia di certi organi si accompagna a dolori su specifiche zone del corpo tanto che un attento terapista è in grado di eseguire una diagnosi dalla semplice identificazione della parte sofferente. Ad ogni organo corrispondono zone riflesse le quali presentano punti precisi sensibili al tatto. La digitopressione è una tecnica manuale che si basa sulla pressione con le dita di punti situati in precise zone del corpo. Si basa sulle leggi individuate dalla medicina orientale, tra cui ricordiamo:
– nel corpo circola energia ed in tutti gli esseri viventi esiste una polarità positiva (Yang) e negativa (Yin)
– ogni organo ha una sua proiezione sulla superficie cutanea
– l’energia circola a livello della cute in canali precisi, detti meridiani. Questi percorsi sono stati precisamente mappati (foto)
– lungo i tragitti dei meridiani ci sono punti precisi il cui massaggio allieva il dolore di una zona anche lontana dal punto stesso

Dal punto di vista pratico per prima cosa bisogna individuare i punti sui quali operare, poi è tutta questione di pratica e sensibilità personale.

Foamroller

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Il FoamRoller dona flessibilità e grazia ai tuoi movimenti !

 

Cos’è il Foamroller:
Il Foam Roller è un cilindro in materiale plastico semi-rigido,  di diametro 15 cm e lunghezza variabile a seconda dell’utilizzo da 30 a 90cm.  E’ utilizzato con successo in tutto il mondo in ambito sportivo, terapeutico, preventivo-riabilitativo ed in generale per il benessere psico-fisico della -persona.

A cosa serve:
-Con il foamroller si può eseguire un tipo di ginnastica che combina assieme i benefici dello stretching con quelli del massaggio.
Pochi minuti di esercizio al giorno sono sufficienti per toglierci di dosso la rigidità e le tensioni accumulate durante la giornata. E’ molto efficace per il rilassamento muscolare e fin dal primo utilizzo si possono avvertire i benefici.

-La pratica  dona sollievo alla schiena stanca o rigida, spesso causa di dolore cronico, stabilizza la colonna vertebrale, migliora l’equilibrio, il bilanciamento muscolare e la postura, la consapevolezza del proprio corpo, migliora la flessibilità, la forza dinamica, la coordinazione.
-L’utilizzo del foamroller è un’esperienza unica per la vostra zona lombare, cioè la parte bassa della schiena, importante perchè collegata al bacino ed alle gambe, responsabile del vostro modo di camminare e muovervi liberamente, in stretta relazione con il mondo delle pulsioni (intestino ed organi riproduttivi).

Il Foamroller non è un normale “attrezzo ginnico” : è uno strumento da utilizzare per migliorare la consapevolezza del proprio corpo, è uno degli strumenti per il “Fai Da Te” della propria crescita interiore.

Utilizzo:
L’attività con il foamroller è abbastanza facile da imparare e si può eseguire ovunque. Tutto quello che dovete fare, all’inizio, è muovere lentamente ogni parte del vostro corpo sopra il rullo come potete vedere nelle prossime  foto. Se in un primo momento avete difficoltà o vi trovate a disagio nell’eseguire gli esercizi non mollate e continuate a provare !! Ci vuole un po’ di pazienza e costanza, ma poi scoprirete che i benefici derivati ne hanno valso la pena. Se iniziate con la parte medio-alta della schiena cercate di tenere i talloni non troppo lontani dai glutei e tenete la pianta del piede appoggiata completamente a terra. Riuscirete in questo modo ad eseguire piccoli spostamenti senza sforzo. Se con il movimento trovate qualche punto dolente non abbandonatelo immediatamente, ma cercate di “girarci attorno” e sostenere la pressione fino al momento in cui il disagio diminuisce, quindi muovetevi verso altre zone. Ricordate di evitare prominenze ossee come le articolazioni del ginocchio, caviglie, ecc.

Dove è già utilizzato ed a chi è consigliato:

Il Foamroller e’ stato introdotto con successo nel

  • Pilates
  • in corsi di Fitness
  • negli allenamenti specifici di sportivi ed atleti
  • nella prevenzione-riabilitazione dell’infortunio
  • in programmi di ginnastica posturale
  • ai privati, alla ricerca del proprio quotidiano benessere

E’ risultato molto utile soprattutto a:

  • chi in genere rimane molte ore seduto o molte ore in piedi
  • sportivi ed atleti di qualsiasi disciplina
  • chi ha una vita sedentaria
  • fisioterapisti : Il foamroller viene inserito nel piano giornaliero di esercizi che un terapista può ordinare ad uno specifico paziente come complemento della sua terapia, per evitare la ricomparsa di triggerpoints o semplicemente per mantenere costante lo stato di flessibilità in molte parti del corpo, soprattutto la schiena.
  • dentisti o chi per lavoro è costretto ad assumere posizioni particolari durante la giornata come ad esempio
    chi suona uno strumento musicale
  • chi esegue lavori o sport utilizzando in prevalenza solo una parte del proprio corpo (pensare ad esempio ad uno sport asimmetrico) Una volta presa confidenza con gli esercizi è facile scoprire di avere parti del nostro corpo destre più rigide delle sinistre o viceversa. Con il foamroller è possibile cercare di ripristinare l’equilibrio.
  • chi è reduce da traumi sportivi o da incidenti
  • chi non esegue attività motoria durante la giornata
  • chi vuole in generale migliorare il proprio stato di benessere fisico e mentale anche solo per rilasciare le proprie tensioni abituali e lo stress.

Quando svolgere l’attività ?
Nello sport viene utilizzato come parte del riscaldamento in modo leggero e non prolungato.
Prima dell’ attività di stretching, in quanto i tessuti molli si allungheranno e distenderanno più facilmente. Rimarrai sorpreso di come l’attività preparatoria abbia influito nel ridurre la resistenza del corpo all’allungamento. Negli altri settori ognuno ha le proprie preferenze. Molti impiegano 5-10 minuti del loro tempo tutti i giorni al mattino, perchè si alzano dal letto già con qualche rigidità, altri preferiscono fare qualche esercizio la sera.
In ogni caso fatelo e vi sentirete meglio !

I risultati:
Mentre siamo stesi sopra il rullo, offriamo a ogni vertebra del nostro corpo la rara esperienza di stare a contatto con qualcosa, mentre noi ci abbandoniamo al nostro peso mettendoci in relazione con la gravità in modo non convenzionale.

La rigidità delle vertebre si allenta perchè si distendono, le sporgenze della schiena, la curva della parte bassa, tendono ad appiattirsi. La schiena impara a diventare più convessa e più concava e come passare da una forma all’altra con estrema facilità.

Eliminata ogni costrizione soprattutto nelle vertebre della parte alta della schiena, non si avvertirà più quel senso di peso e rigidità nel basso schiena ed il bacino sarà più libero nei movimenti. Anche le vertebre della zona cervicale saranno meno “vittime” e dovranno sopportare meno lavoro rispetto a prima.

Si proverà una sensazione di benessere che ci riporterà indietro nel tempo, anche tempi molto lontani.
I benefici dell’utilizzo del roller non riguardano solo la schiena, ma anche le spalle, il collo, le braccia, le ginocchia. Soprattutto nelle ginocchia, anche non lavorando direttamente su di esse, si avvertirà un cambiamento perchè il loro movimento sarà molto più fluido rispetto a prima.

I muscoli delle cosce saranno meno tesi, i piedi proveranno sensazioni nuove.

Ma tutto questo richiede costanza nell’utilizzo altrimenti ben presto la vita e le abitudini quotidiane prenderanno il sopravvento e faranno sparire tutti i risultati ottenuti.

Palle

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Allungamento e Massaggio, combinazione perfetta

Con riferimento alle Palle in vendita nel sito miofasciale.com : sono palle di dimensione, durezza e materiale appositamente studiati per poter eseguire da soli il miglior massaggio muscolo-fasciale. Sono proposte in più diametri, minore è la circonferenza, più pressione si riesce ad esercitare in una zona precisa. Altre caratteristiche:

– il peso, leggermente maggiorato rispetto alle palle standard, la rende più stabile nelle rotazioni ed in questo modo riusciamo a spostarci sopra di essa in maniera molto precisa e con movimenti anche molto piccoli
-la superficie è antiscivolo
-la palla è dotata di valvola per il gonfiaggio e ciò è utile per poter regolare la pressione (e quindi durezza) a nostro piacimento

A cosa servono:

  • Con le palle possiamo eseguire da soli un massaggio dei tessuti a scopo terapeutico, preventivo o riabilitativo. Gli esercizi sulle palle sono ottimi per la prevenzione di infortuni nella pratica sportiva e di dolori della vita quotidiana come torcicollo, mal di schiena, problemi causati da gesta ripetitive compiute nell’arco della giornata, dolori alla spalla, ecc. Ricordiamo, ad esempio, che il programma minimo per la prevenzione della lombalgia prevede esercizi per aumentare l’elasticità della schiena, il tono dei muscoli addominali e dei quadricipiti.
  • Gli sportivi le utilizzano per migliorare la flessibilità e contemporaneamente incrementare le prestazioni.
  • L’esercizio aiuta a rassodare addome, glutei e gambe. Utilizzata per massaggiare i glutei è un valido aiuto per combattere la cellulite.
  • Utile per massaggiare la zona del piriforme (vedi foto1 foto2) spesso causa di dolore soprattutto a podisti, marciatori, ginnasti, ciclisti e chi rimane molte ore seduto durante il giorno. esempio esercizio per il piriforme con il foamroller
  • L’esercizio costante dona uno stato di benessere generale.

Utilizzo:

In altre parti del mondo le tecniche di auto massaggio e di rilascio miofasciale con l’utilizzo delle palle sono presenti da molti anni ed hanno ottenuto una larga approvazione da chi ne insegna la tecnica e da chi la impara.Nel nostro paese si stanno lentamente diffondendo. A questo link un articolo in inglese (PDF 113kB) datato 1998 in cui una terapista spiega come e perchè ha introdotto le palle nella sua attività (Rolfing) Theraphy balls and Rolfing

Dove sono già utilizzate ed a chi ne è consigliato l’uso:

Pilates: il Pilates non prevede uno schema fisso di esercizi o insegnamenti. Molti istruttori hanno personalizzato un po’ la tecnica inserendo sempre più esercizi o strumenti (ad es° la palla ed il foamroller)  cercando di  completare i programmi di allenamento con esercizi che portano ad impegnare il corpo su piani combinati di movimento.

Prevenzione dell’ Osteoporosi: l’osteoporosi è una malattia che colpisce le ossa e le rende porose cioè più fragili e soggette a rottura. Purtroppo per molte persone i sintomi premonitori sono le conseguenze cioè una frattura oppure uno schiacciamento vertebrale. I fattori di rischio sono la predisposizione ereditaria ( avere altri casi in famiglia), cattive abitudini alimentari con carenza di assunzione di calcio e vitamina D, mancanza attività fisica e vita all’aperto. L’osso è un tessuto vivo che si modifica continuamente e continuamente si ripara. Ogni anno circa il 10% della nostra massa ossea viene rinnovata. Lo scheletro risponde all’esercizio fisico, alla sollecitazione muscolare e alla forza di gravità rafforzandosi; viceversa si indebolisce. L’attività con le palle può essere di aiuto nella prevenzione di problematiche di origine ossea, proprio perchè va a stimolare direttamente le ossa.

Ginnastica Posturale:- postura: è la posizione assunta dal nostro corpo nello spazio, il modo di essere e di relazionarsi con ciò  che ci circonda. La postura di un individuo è frutto del vissuto della persona stessa, determinato da stress, traumi fisici ed emotivi, posizioni mantenute scorrettamente in ambito professionale, respirazione scorretta, squilibri derivati da una scorretta alimentazione, ecc. Postura non è l’immagine di “come teniamo il corpo quando siamo fermi”, ma il risultato di come muoviamo il nostro corpo considerandolo nell’insieme.

Recupero e miglioramento della coordinazione motoria: per coordinazione motoria si intende la capacità di produrre una sequenza fluida ed armoniosa di movimenti nella maniera più efficace. Apprendere un nuovo movimento, controllarlo e regolarlo, adattarlo e trasformarlo in base alle necessità, sono attitudini parte della coordinazione motoria generale.

Allenamento del Core (core ability=core strenght + core stability) :
Contemporaneamente al massaggio ed all’allenamento propriocettivo contribuiamo, con l’esercizio costante, a rinforzare la muscolatura del “CORE” (si pronuncia…”koor”) , la zona centrale del movimento umano, il centro funzionale del corpo, responsabile della trasmissione di energia dalle grosse masse corporee alle più piccole e periferiche. Powerhouse è la definizione di J. Pilates di quella che oggi è considerata la zona del core. Il Core non è una precisa entità definita anatomicamente, comunque coinvolge i muscoli tra spalle e bacino; in termini generali i muscoli del Core sono la muscolatura addominale e la parte bassa della schiena e la loro funzione è principalmente quella di trasferimento o passaggio della forza dalla parte inferiore a quella superiore del corpo. Il concetto del ” core ” è molto importante, ma molto vasto, e non possiamo trattare qui in poche righe. Possiamo semplicemente dire che essendo costituito da muscoli “centrali” del nostro corpo, un “Core” o “Centro” forte consente di stabilizzarci efficacemente, esprimendo più forza. La stabilità è l’abilità di controllare la forza ed il movimento. La stabilità del Core garantisce un potente aggancio tra la forza della parte inferiore del corpo e quella superiore. Tanta più potenza è utilizzata agli estremi (sia mani che piedi) tanta più è la richiesta di stabilità della zona centrale.
Allenare il Core significa anche allenare la colonna e il bacino per controllare le situazioni instabili.
Se il Core è debole, i nostri movimenti saranno inefficienti e poveri di energia, possono insorgere lombalgie e le attività quotidiane e sportive possono risentirne in termini di prestazione. (Consigliamo di approfondire l’argomento con letteratura disponibile in rete; un articolo molto valido, purtroppo in inglese, da cui abbiamo tratto molte conclusioni è stato scritto da Mark D. Fariess e Mike Greenwood (Baylor university, Texas) e si trova a questo link ( Core training: stabilizing the confusion —->711Kb). In ambito sportivo l’allenamento del “CORE” permette ai muscoli periferici di generare potenza, diminuendo il rischio di infortuni. E’ particolarmente importante soprattutto negli sport dove si verificano traiettorie circolari, cambi di direzione, molte torsioni e si verificano accelerazioni fulminee e brusche decelerazioni . Quindi CORE è tutt’altro che avere semplicemente dei ” bei addominali scolpiti”. (di più: gli esercizi che normalmente e senza consapevolezza vengono svolti per scolpire gli addominali provocano una eccessiva attivazione della muscolatura esterna e senza un’adeguata compensazione di quella interna si crea un pericoloso squilibrio che spesso provoca a nostra insaputa dolori e problemi alla schiena.)
core strenght è la capacità dei muscoli di produrre potenza attraverso la forza contrattile (forza prodotta durante la contrazione del muscolo) e la pressione  intra addominale
core stability  è la capacità di stabilizzare la colonna vertebrale come risultato dell’attività muscolare e permette di controllare la forza ed il movimento. ( in poche  parole: è inutile avere un’auto da 500 cavalli se non riesco a gestirne la potenza o ancora meglio, avete mai visto lo sparo fatto da terra di un mortaio? Più la base è stabile e maggiori saranno la gittata e la precisione del tiro )

Allenamento funzionale: si lavora molto sulla propriocezione, core strenght e stability, consapevolezza di ciò che si fa, ricerca della miglior qualità nel movimento, reattività e forza esplosiva. L’allenamento funzionale prevede il coinvolgimento di più catene muscolari insieme lavorando nei tre piani di movimento nello spazio.  Si riacquisisce la consapevolezza del corpo per raggiungere livelli elevati di efficienza fisica ri-apprendendo i movimenti naturali, composti da sequenze fluide ed omogenee. I muscoli, i tendini, le articolazioni del nostro corpo non sono stati creati per funzionare in modo isolato: si stanno già vedendo in alcuni centri attrezzature che propongono l’allenamento simultaneo di più catene muscolari a differenza di altri in cui si continua a lavorare sul singolo muscolo.
Ginnastica dolce: attività fisica caratterizzata dalla bassa intensità con movimenti lenti e graduali in modo da non impegnare il fisico con eccessivi sforzi. E’ indicata per persone sedentarie, anziani, chi ha problemi di tipo ortopedico o è in fase di riabilitazione, per chi vuole scaricare dolcemente stress e tensioni. Purtroppo persone molto anziane le cui funzioni fisiche si sono con gli anni affievolite, non riescono ad eseguire molti degli esercizi sulle palle, spesso risulta difficile il solo stendersi a terra. Il più semplice esercizio che abbiamo visto fare in molti centri anziani è un semplice passaggio di palla di mano in mano, anche da seduti. Un diametro ridotto e la superficie antiscivolo della palla favorisce l’esecuzione dell’esercizio.

Yoga e Stretching: esercizi di allungamento statico e dinamico. Con le palle ed un po’ di teoria, riusciamo a mettere in allungamento molte zone del corpo. Anche nei corsi di yoga, in cui da sempre fanno da padrone gli esercizi a corpo libero, le palle sono state introdotte con successo da molti insegnanti.

Propedeutica e bambini: la propedeutica comprende l’insieme delle attività che permettono al bambino di avvicinarsi allo sport,  in modo facile, divertente, stimolante, coinvolgente,appassionante. Fin da piccoli le palle esercitano un certo fascino nel bambino. Hai mai provato a dare in mano ad un bambino una palla, magari bella colorata ?

“…Come spiegheresti ad un bambino cos’è la felicità ?
Non spiegarglielo.
Dagli una palla e fallo giocare….”

Palline Miofasciali

palline sensoriali, minipalle massaggio plantare, palline riccio, riflessologia plantare

Durano per sempre e puoi usarle a casa quando vuoi.

Eseguiamo assieme un esercizio che farà capire come il nostro corpo sia un’unità intera e le varie zone lavorano assieme. In piedi, unite le gambe, ginocchia appena flesse, cercate, lentamente, di piegarvi in avanti verso la zona davanti alle punte dei vostri piedi. Non esagerate o oltrepassate la soglia oltre la quale potreste sentire dolore . Tenete a mente il punto in cui siete arrivati. Ora, sempre in piedi, iniziate ad eseguire con la mini-palla sensoriale (il diametro 8cm potrebbe andare bene) un massaggio con movimenti circolari, verticali ed orizzontali su tutta la pianta di entrambi i piedi cercando anche di caricare un po’ del vostro peso. Fatelo per circa 1,5 minuti per piede. Ripetete ora l’esercizio iniziale ed incredibilmente noterete che riuscirete a scendere di più verso il pavimento.

L’azione del massaggio stimola il flusso sanguigno e ciò è utile per rimuovere la tensione muscolare. Mentre le punte premono, i recettori sensoriali della pelle stimolano il sistema nervoso portando benefici in punti anche lontani da dove si sta massaggiando.
Usa la pallina sensoriale per alleviare la stanchezza dopo una giornata in piedi o aver usato a lungo i tacchi alti. Falla utilizzare ad una persona anziana o quando la sedentarietà fa parte della vita quotidiana.

Le palle vanno a diretto contatto con il nostro corpo, i nostri abiti, entrano nelle nostre stanze, vengono toccate dai nostri bimbi. Diffidate di prodotti economici, realizzati con materiali di dubbia qualità e provenienza. Durano praticamente per sempre, scegliete bene! Palle Miofasciali

 

Stretching

Lo stretching è utile per il benessere quotidiano. Quando praticato bene migliora la performance sportiva e tiene lontano l'infortunio.

Lo stretching è utile ? Scopriamolo assieme…

Nel nostro paese la maggior parte delle persone attribuisce ancora al termine stretching la traduzione di “allungamento muscolare” e questa è la traduzione che è stata data alla parola quando la tecnica è arrivata nel nostro paese. E’ un grave errore perchè nello stretching vanno considerati oltre ai muscoli le relative fasce, articolazioni, tendini, legamenti e capsule articolari.
La caratteristica comune di ogni movimento è costituita dalla contrazione e dal rilassamento dei muscoli che agiscono sulle articolazioni. Rigidità vuol dire parziale limitazione del movimento di un muscolo o articolazione che, entro un certo limite, non è quindi flessibile. Spesso la rigidità compare nel nostro corpo gradualmente, molte volte nemmeno ce ne accorgiamo. Le cause possono essere di origine fisica o emotiva, ma anche un sistema di difesa da un dolore che si sviluppa all’ interno del corpo. Gran parte dei dolori alla schiena ed altri disturbi muscolo-scheletrici come l’artrite ed i reumatismi sono causati da rigidità cronica. Praticare regolarmente e in modo corretto attività motoria, ginnastica posturale, stretching, contribuisce a mantenere il tono muscolare, preservare la mobilità delle articolazioni e alleviare il dolore.
Quando i muscoli sono rigidi il sangue “fatica” a penetrare tra i tessuti e cerca quindi percorsi alternativi, i più facili. Questo fa diventare con il tempo il muscolo ancora più rigido perché si riempie di scorie e non riceve il necessario nutrimento.
Agilità, elasticità, energia vitale sono i principali obiettivi dello stretching, un’attività semplice, non faticosa, senza età e che non necessita di attrezzatura. Ogni volta che fai stretching acquisti confidenza con il tuo corpo, ti analizzi, ti osservi, curi te stesso. Con gli esercizi non bisogna avere fretta, devi trovare il tuo ritmo e ci vorrà un po’ di tempo prima di raggiungere gli obiettivi prefissati. Ma veniamo agli esercizi:

Esercizi

Per quanto riguarda l’attività sportiva: praticare attività fisica con un corpo rigido può accelerare il logorio di muscoli ed articolazioni.
Molti sportivi amatoriali praticano lo stretching, ma non sanno molto bene quando , come , e perché farlo. Così rischiano di perderne i benefici. Libri di stretching in commercio ce ne sono molti quindi, se vuoi imparare, devi leggere qualcosa. Inizia dai più facili, per poi eventualmente leggerne ancora scendendo nei dettagli. Ti accorgerai che qualcosa ti era sfuggito. Un’importante premessa. Esistono sostanzialmente due tipi di stretching: statico e dinamico. Da qui possono partire molte considerazioni. Per quanto riguarda lo stretching statico abbiamo trovato un valido aiuto nello stretching-software di cui trovate un’ampia descrizione a questo articolo del nostro blog: Stretching-Software

Il programma è utile per creare routine di esercizi divisi per:  Sport (37), grado di difficoltà (3), tipologia di muscolo (119) tipo di infortunio (38). Ci sono, già impostati, 135 diversi esercizi di stretching a cui puoi aggiungerne quanti ne vuoi con le tue foto.

Sport: Tiro con l’arco, Badminton, Balletto, Ballo da sala, Baseball, Pallacanestro, Pugilato, Ciclismo, Golf, Ginnastica, Hockey, Equitazione, Pattinaggio su ghiaccio, Kickboxing, Arti marziali, Motocross, Mountain bike, Arrampicata, Canottaggio, Rugby, Corsa, Vela, Scii, Snowboard, Calcio, Squash, Surf, Nuoto, Ping-pong, Tennis, Bowling, Triathlon, Pallavolo, Walking, Pallanuoto, Windsurf, Wrestling

Grado di difficoltà: Principiante, Standard, Pro

Tipo di infortunio: Dolore, Distorsione al collo, colpo di frusta; dolore alle dita della mano;dolore al polso,tendinite;tunnel carpale; dolore al gomito; gomito del tennista/golfista; dolore al bicipite,tendinite; dolore al petto; spalla congelata,capsulite adesiva; dolore alla schiena; dolore da ileo-psoas; dolore all’inguine; osteite pubica; sindrome del piriforme; (Anca del ballerino, tendinite dell’ileo-psoas); dolore al quadricipite; tendinite del ginocchio; Bandeletta ileotibiale, Legamenti del ginocchio; menisco; dolore ginocchio patellofemorale;  osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore; sindrome ginocchio del saltatore e del corridore; dolore al polpaccio; tendine di achille; dolore alla tibia; infortunio alla caviglia; tendinite al peroneo; fascite plantare.

Un limite dello stretching è che non si porta in allungamento ciò che vogliamo o che abbiamo bisogno, ma solo ciò che possiamo. Ci sono perlomeno undici zone in cui non si arriva molto facilmente ed alcune meno che altre. Vediamo quali sono partendo dal basso e salendo verso l’alto del nostro corpo:
pianta del piede
bandelletta ileo tibiale: nel corridore e ciclista è la principale causa del dolore laterale al ginocchio. Un gruppo di ricerca ha esaminato l’anatomia del gruppo ileo tibiale su 20 cadaveri ed eseguito dei test. Hanno confermato che la bandelletta ileo tibiale è “uniformemente” e “saldamente” collegata al femore per tutta la lunghezza della coscia. Hanno anche misurato con attenzione l’effetto di uno stiramento meccanico e scoperto che non è possibile quasi nessun allungamento: un cambiamento in lunghezza di solo 0,5%.
tibiale anteriore – quadricipite – gluteo – latissimo – supinatore (avambraccio, rotazione esterna, supinazione)
paravertebrali del torace ( I muscoli paravertebrali toracici sono paralleli alla colonna vertebrale. Ci sono due strati di muscolo che giacciono uno sopra l’altro. Questi muscoli sono collegati alle vertebre, o alle ossa della colonna vertebrale. Possono causare problemi di disallineamento della colonna vertebrale e danni ai dischi
intervertebrali. Il dolore dei trigger points nei muscoli paravertebrali toracici spesso si sente come se fosse originario della stessa colonna vertebrale. Quando i muscoli sono tesi, causano rigidità e limitazione del movimento. L’ estrema tensione cronica in questi muscoli può portare a scoliosi, o una curvatura della colonna vertebrale. A causa della vicinanza di questi muscoli, con la colonna vertebrale e relativi nervi, i Trigger Points in questi muscoli possono anche causare problemi agli organi del torace e dell’addome, come l’appendicite, calcoli renali, angina e problemi polmonari).
pettorale minore – sovraspinato – suboccipitale – massetere e temporale

bandelletta ileotibiale, sindrome della bandelletta

tibiale anteriore

latissimo

Latissimo

anatomia posteriore braccio, muscoli del braccio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

pettorale minore

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutte le zone sopraelencate sono sede di restringimenti fasciali. Se sono difficili da distendere, allungare, rilassare, possiamo utilizzare i foamroller, le palle, le palline, il TheraCane, le nostre dita, per massaggiarle e cercarne una costante distensione.

Qualche insegnante lavora con lo Stretching lungo le linee dei Meridiani della tradizione orientale (quindi anche la fascia legata a quel meridiano); è una attività valida ed innovativa perchè associa al concetto classico di allungamento il concetto di energia vitale. (I meridiani sono una sorta di canali sottocutanei in cui fluisce l’energia. Ciascun meridiano sviluppa intricate diramazioni che forniscono energia alle aree vicine, mentre altre raggiungono la superficie della pelle. In questi punti si va a lavorare con tecniche quali la digito pressione). Andare in allungamento sulla linea del meridiano vuol dire portare in allungamento anche la fascia legata a quel tratto, cambiare la realtà di quella zona a livello di informazioni e di conseguenza nel fisico. Schema dei meridiani (200Kb)
La sostanza amorfa del tessuto connettivo può condurre energia bioelettrica. Sia l’allungamento che la compressione inviano sottili correnti attraverso la fascia e queste microcorrenti ne modificano lo stato. Ulteriori spiegazioni le troverete (in inglese) al seguente link interno al sito: Download1 :1.262Kb (Robert Schleip “Fascial Plasticity 1-2 Journal of bodywork and movement Therapies)

foto della fascia, ingrandimento fascia, tessuto connettivo microscopio

Fascia

Le fibre connettivali, a livello microscopico, hanno la forma di una tela di ragno, sviluppata però in tre dimensioni, non vi è un orientamento lineare come le fibre di un muscolo. Questa considerazione è importante perché ci fa capire l’utilità della ginnastica miofasciale che unisce all’attività di allungamento quella di compressione dei tessuti.
L’auto-massaggio è un’attività che si combina bene con lo stretching. L’ ideale è iniziare con il primo e proseguire con il secondo. I tessuti infatti si allungano e distendono più facilmente se prima sono stati preparati con l’auto-massaggio.

( Te la cavi con l’inglese e vuoi ampliare le tue conoscenze per quanto riguarda lo stretching? Ora ti invio nel posto giusto. Ecco dei fantastici links:

  1. How to Stretch, When to Stretch and Stretching Properly: Answers to common stretching questions to make sure you’re stretching properly.
  2. Good Stretch? Bad Stretch?: How to decide for yourself.
  3. Dynamic Stretching Explained: What is it? How do you do it? And does it really live up to the hype?
  4. The Static Stretching Renaissance: When and how to use static stretching for the warm-up.
  5. Stretching for Chronic Pain: Reduce Your Chronic Pain by Avoiding These 3 Stretching Mistakes
  6. Stretching for Injury Rehabilitation: Speed up Your Recovery with the right type of Stretching.
  7. Stretching at your Desk or Computer: Relieve tension and pain with these simple stretching exercises.
  8. How Does Stretching Prevent Sports Injury?: The truth about how stretching really prevents sports injuries.
  9. Improve Your Flexibility: 4 tips for improving your flexibility when you think you can’t improve your flexibility.
  10. Understanding the Stretch Reflex (or Myotatic Reflex): What is the Stretch Reflex and how can you use it to improve your flexibility?
  11. PNF Stretching Explained: Proprioceptive Neuromuscular Facilitation.

Articoli che riguardano gli infortuni nello sport:

  1. Warm Up Activities & Stretching Exercises: Warm up properly, and reduce the risk of sports injury!
  2. Cool Down Stretching Exercises: Learn how to Cool Down properly to recover faster & avoid injury.
  3. Rotator Cuff Injuries: A Guide for the Treatment and Prevention of Shoulder Injuries!
  4. Knee Pain and Illiotibial Band Syndrome: A guide to the Treatment and Prevention of Knee Injuries and ITB Syndrome!
  5. Piriformis Syndrome: Treatment and prevention tips for pirifomis syndrome, plus effective piriformis muscle stretches.
  6. Iliopsoas Tendinitis and Iliopsoas Syndrome: How to fix inflammation or strain of the Iliopsoas muscle.
  7. Plantar Fasciitis and Plantar Fasciitis Stretches: Learn the causes behind Plantar Fasciitis, plus how to treat it quickly and effectively.

Trigger Points

Cosa sono i Trigger Points. Classificazioni

Cosa sono i Trigger Points (TP)?

Il movimento è una caratteristica fondamentale della vita ed in tale attività il ruolo principale è svolto dalla muscolatura. Un muscolo normale è sciolto ed elastico e non risulta dolente alla palpazione.

Nella vita di tutti i giorni, può capitare che alcuni muscoli si contraggono rimanendo però poi fissi in una condizione di accorciamento. Questo può essere dovuto a molteplici fattori tipici della vita dei nostri giorni, come ad esempio stare seduti molte ore davanti al computer, rimanere seduti al volante molte ore al giorno, non concedere al nostro corpo il dovuto riposo, praticare sport che coinvolgono solo una parte del nostro corpo, stress e stati emotivi sfavorevoli, deficit nell’alimentazione,ecc. Un muscolo contratto può nel tempo cronicizzare e divenire meno elastico, più rigido alla palpazione e non essere più in grado di svolgere come prima la sua attività che permetteva di eseguire all’articolazione certi movimenti. Di solito il muscolo contratto si presenta dolente ad una media palpazione.

Soprattutto in queste zone di tessuto muscolare, o nella fascia ad esso associato, possono crearsi i Trigger Points .

Il TP consiste in una porzione circoscritta di muscolo o fascia (banderella palpabile), indurita e dolente alla palpazione. La digitopressione del Trigger point evoca dolore. In molti casi il dolore in questione emerge ad una certa distanza dal trigger point coinvolto infatti una caratteristica di molti (ma non tutti) i triggerpoints e’ quella di causare dolore in aree localizzate ad una certa distanza dal punto stesso. Ad esempio, se comprimendo il peroneo prossimale appena al di sotto del ginocchio, si genera dolore nella zona del malleolo esterno, allora si potrà affermare senz’altro di trovarsi alle prese con un trigger point . (Vedi immagine dove la X corrisponde al triggerpoint e l’area grigia intorno al malleolo corrisponde al dolore riferito)

Il caso in questione e’ tipico delle “storte” alla caviglia che continuano a presentare dolore anche molto tempo dopo il trauma, dolore residuo dovuto al trigger point nel peroneo.

Ci possono essere due tipi di trigger point:

LATENTI
ATTIVI

In entrambi i casi è presente rigidità e debolezza nel muscolo interessato e si presentano dolenti alla palpazione.

I trigger point attivi, però, provocano dolore, non solo alla palpazione.

I trigger point latenti sono più comuni e possono “rientrare” negli schemi di contrattura muscolare che definiscono la postura della persona. I trigger point latenti possono diventare attivi in modo diretto, tramite un’azione svolta in modo eccessivo, troppo ripetuto, un trauma ed indiretto quando il muscolo interessato è lasciato in stato di accorciamento per periodi troppo prolungati.

 

La dizione “Trigger Point” fu introdotta dalla dottoressa Janet Travell (1901-1997) nel 1952, benche’ il concetto fosse noto da almeno un secolo. La dott.ssa Travell ed il dottor Simons (1922-2010) dedicarono tutta la loro vita allo studio ed alla diffusione delle nozioni relative ai Trigger points lasciandoci l’opera più professionale e completa in tale ambito

 

Dr. Janet Travell con il Presidente John F. Kennedy.
Sorgente: http://whyyoureallyhurt.com

Dolore miofasciale.

Breve introduzione.

La “sindrome miofasciale” è una condizione dolorosa muscolo-scheletrica caratterizzata da dolore locale e riferito, descritto come sordo e profondo, determinato dalla presenza di trigger points miofasciali (TrPs) in una qualsiasi sede corporea.
Epidemiologia
• Pochi studi epidemiologici hanno analizzato la prevalenza o l’incidenza dei trigger points miofasciali. Uno studio ha rivelato che i trigger points erano la fonte di dolore nel 30% dei pazienti che si rivolgevano al medico di base per problematiche algogene, ed un secondo studio ha riportato che i trigger points erano la causa principale di dolore nell’85% dei pazienti che afferivano ad una pain clinic.
• Diversi studi hanno dimostrato che i trigger points miofasciali si associano frequentemente a numerose altre condizioni cliniche dolorose, come emicrania, cefalea tensiva, algodisfunzione temporomandibolare, cervicalgia, dolore di spalla, epicondilite, sindrome del tunnel carpale, mal di schiena, dolore pelvico e sindrome da colpo di frusta.
Fisiopatologia
La fisiopatologia dei trigger points miofasciali non è completamente nota. Numerosi fattori sono stati chiamati in causa nella genesi dei TrPs: cambiamenti morfologici, neurotrasmettitoriali, neurosensitivi ed elettrofisiologici, come pure deficits motori:
• Morfologici: All’interno della taut band dei trigger points miofasciali è stato riscontrato un aumento
significativo della rigidità
• Neurotransmittoriali: Nei trigger points attivi sono stati riscontrati livelli più elevati di neuropeptidi (es, sostanza P o calcitonin gene related peptide), catecolamine (es, noradrenalina) e citochine proinfiammatorie (es, tumor necrosis factor alfa, interleuchina 1 beta, interleuchina 6, ed interleuchina 8)
• Neurosensitivi: Comprendono: diffusione del dolore riferito, ipersensibilità nei confronti degli stimoli nocicettivi (iperalgesia) e non-nocicettivi (allodinia), sensibilità meccanica al dolore, facilitazione simpatica della sensibilizzazione meccanica, facilitazione del dolore locale e riferito, e ridotte risposte di flusso
ematico a livello cutaneo.
• Elettrofisiologici: Alcuni studi hanno documentato attività elettrica spontanea nei trigger points miofasciali, attribuita ad un incremento dei potenziali di placca in miniatura e ad eccessivo rilascio di acetilcolina, sebbene ulteriori indagini siano necessarie per confermare questi riscontri.
• Motori: I trigger points miofasciali possono produrre cambiamenti dei normali patterns di attivazione muscolare, causando disfunzione motoria.
Caratteristiche cliniche
• I trigger points hanno la caratteristica di evocare dolore riferito quando stimolati.
• La durata del dolore riferito è variabile (secondi, ore, o giorni).
• Il dolore riferito è percepito come una sensazione profonda, diffusa, talora bruciante, sebbene in taluni casi possa anche essere avvertito come dolore superficiale.
• Il dolore riferito può diffondersi caudalmente o cranialmente.
• L’intensità e l’espansione dell’area di dolore riferito sono direttamente correlate con il grado di attività del trigger (irritabilità).

Criteri diagnostici
I criteri diagnostici per i trigger points sono ancora oggetto di dibattito; attualmente vengono considerati minimo tre criteri diagnostici (1-3) e 6 criteri di conferma (4-9):
1) presenza di una banda palpabile all’interno di un muscolo scheletrico
2) presenza di un punto ipersensibile all’interno della banda
3) riproduzione della sensazione di dolore riferito con la stimolazione del punto
4) comparsa di una local twitch response con palpazione “snapping” della banda
5) comparsa del segno del salto con stimolazione locale
6) riconoscimento da parte del paziente del dolore evocato
7) patterns di dolore riferito previsti per quella localizzazione di trigger
8) presenza di debolezza o indurimento muscolari
9) dolore allo stiramento o contrazione del muscolo affetto.
Diagnosi e trattamento
Il trattamento dei trigger points miofasciali è multimodale. Gli interventi più comunemente effettuati sono:
• Massaggio, compressione ischemica, “release” da pressione, ed altri interventi sui tessuti molli. L’evidenza di efficacia di queste procedure per un sollievo immediato dal dolore è moderata-elevata.
• L’infissione di ago a secco dei trigger points. Questa ha mostrato benefici clinici, ma sono necessari ulteriori studi di conferma.
• La terapia con laser, che ha mostrato una forte evidenza di efficacia per il sollievo dal dolore.
• La elettrostimolazione transcutanea e la magnetoterapia, con evidenza moderata di effetti immediati sui TrPs.
• L’esercizio, che ha mostrato un beneficio moderato (es, stretching, potenziamento, resistenza o coordinamento).
• La terapia con ultrasuoni, per la quale esiste debole evidenza di efficacia nel trattamento dei trigger points.

Bibliografia
1. Fernández de las Peñas C, Cuadrado ML, Arendt-Nielsen L, Simons DG, Pareja JA. Myofascial trigger points and
sensitisation: an updated pain model for tension type headache. Cephalalgia 2007;27:383–93.
2. Simons D, Travell J, Simons P. Travell & Simons’ myofascial pain & dysfunction: the trigger point manual. Baltimore:
Williams & Wilkins; 1999.
3. Tough EA, White AR, Cummings TM, Richards SH, Campbell JL. Acupuncture and dry needling in the management of
myofascial trigger point pain: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. Eur J Pain

 

Per completare la descrizione generale dei trigger points cerchiamo di comprendere cosa accade a livello microscopico cellulare. Le cellule muscolari sono longitudinali e le contrazioni di tali cellule avvengono grazie a unita’ chiamate sarcomeri, le quali si contraggono e si rilasciano agendo come microscopiche pompe e facendo circolare il sangue ossigenato e il nutrimento nel tessuto muscolare. A seguito di eccessiva e prolungata contrazione, questo effetto pompa si interrompe e si crea localmente una crisi energetica di mancanza di ossigeno e di accumulo di residui metabolici. Il sarcomero diviene incapace di rilasciare la contrazione e assume uno stato di rigidita’ meccanica e permanente. La somma di più sarcomeri in tale stato abnorme origina il nodulo del trigger point che a sua volta da luogo al fascio teso di fibre che corre lungo l’intero muscolo. A seguito di tale condizione quindi l’intero muscolo si viene a trovare in uno stato di ipertensione e in particolare le fasce fibrose muscolo-tendine e tendine-osso ne vengono a soffrire in maniera cronica. Pertanto un trigger point localizzato nel centro di un muscolo puo’ causare dolore all’ estremità del muscolo ed all’ attaccatura del tendine (vedi esempio illustrato del peroneo di cui sopra. Risulta cosi’ evidente, che siccome i sarcomeri coinvolti sono come incollati e incapaci di rilassamento spontaneo, diviene necessario un intervento di tipo meccanico per interrompere l’intensa contrazione e la crisi energetica locale. Da tale constatazione, Janet Travell ideo’ un trattamento clinico che consiste nel trapassare il trigger point con un ago preferibilmente iniettando al tempo stesso una soluzione di anestetico locale. Non tutti sono d’accordo con questa tecnica in quanto :

un massaggio specifico effettuato da persona esperta e dotata di tecnica appropriata può ottenere la guarigione del trigger point senza dover infilzare tessuti spesso delicati e ricchi di nervi e vasi sanguigni quali ad esempio il collo.

Percio’

Attraverso la palpazione prima si individua la rigidità localizzata nella zona prossima o corrispondente alla sede del trigger point ed, una volta individuato, lo si preme direttamente. La pressione deve essere esercitata sul punto stesso per circa 20 secondi ed è seguita dalla manipolazione di tutte le zone circostanti conratte ed irrigidite.

E’ un trattamento indolore? Non proprio. La sensazione che si prova è quella contemporanea di dolore e liberazione, una strana percezione di sofferenza e benessere assieme.

Il Foamroller e le palle sono validi strumenti per eseguire da soli un buon rilascio miofasciale. Trigger point miofasciale e rilascio miofasciale sono due cose diverse, che hanno però delle sovrapposizioni.

Per sciogliere i trigger-points bisogna esercitare una pressione più decisa nella zona da trattare per cui i sistemi da utilizzare diventano altri e gli strumenti le dita, le nocche, i gomiti del terapista o altri atrezzi particolari con una superficie di contatto più piccola rispetto a quella del Foamroller, come ad esempio il TheraCane.
Studiando l’argomento, chiedendo come fare al fisioterapista/massaggiatore e cercando di migliorare la percezione che abbiamo di ogni parte del nostro corpo, possiamo evitare la ricomparsa di triggerpoint utilizzando il rilascio miofasciale con strumenti quali il foamroller o le palle, abbinati ad un corretto piano di ginnastica (stretching fatto in maniera appropriata) e di correzione di alcune nostre sbagliate abitudini giornaliere.

Cause e fattori perpetuanti

Diagnosi e ceck-list

Trattamenti

Il TheraCane®

Traduzione del nome TheraCane® (therapeutic cane):
Cane= bastone ; Thera= terapeutico
Per chi non ha pratica con l’inglese : in italiano si pronuncia ” terakein ”

Il theracane è utile per automassaggio e risolvere problemi quali trigger point, dolori cervicali, tendinit, spalla congelata, capsulite adesiva, riabilitazione post infortunio, mal di schiena

TheraCane, il massaggio alla portata di tutti.

L’originale concezione del TheraCane® permette di eseguire da soli un massaggio a pressione profonda, anche in zone che sono difficili da raggiungere con le proprie mani.

Rispetto al foamroller si riesce ad esercitare una pressione profonda in zone molto ristrette e questo è utile per risolvere problemi legati alla formazione di trigger-points.

Abbinare l’utilizzo del TheraCane® all’utilizzo giornaliero del foamroller ed a qualche esercizio di stretching è un ottimo sistema per risolvere e prevenire alcune situazioni di rigidità e dolorose che affliggono sempre più persone nella vita quotidiana.
Il TheraCane® è stato sviluppato da un paziente che soffriva di dolori cronici, per alleviare i propri disturbi dovuti ad un’operazione al collo e ad un’ernia del disco nella schiena. Utilizzando il TheraCane® in congiunzione con degli esercizi gionalieri di distensione muscolare ne ha ottenuto un beneficio duraturo. Nella foto Daniel J. Hennessey, l’ inventore.

theracane inventore massaggio trigger point

L’inventore del TheraCane

Prima di proporre al pubblico il Theracane abbiamo fatto alcune considerazioni. Sappiamo che nessuno vuole spendere denaro per qualcosa di dubbia validità. Dopo aver letto tutta la documentazione inerente all’oggetto abbiamo fatto il primo ordine campione per un singolo pezzo ed, appena arrivato, abbiamo iniziato a provarlo. (era il 2009) Con l’aiuto del DVD allegato non abbiamo avuto difficoltà a “prenderci mano”. Il Theracane può essere utilizzato per tutto il corpo, ma la zona che principalmente ci interessava massaggiare era quella scapolare e delle spalle/collo. Il lavoro spesso causa rigidità e tensionamenti in queste zone. Le cause non sono solo posture scorrette o gesti ripetitivi effettuati durante la giornata, ma anche lo stato emotivo e lo stress. Purtroppo non sempre è possibile eliminare le cause all’origine….Il Theracane, per chi lo acquista, diventerà giorno dopo giorno un fedele amico. Soddisfatti dell’acquisto abbiamo creduto utile proporne la vendita al pubblico tramite il ns. sito e per questo abbiamo fatto ulteriori considerazioni. E’ possibile che qualcuno si faccia male utilizzando il Theracane? Abbiamo controllato tutta la documentazione presente in rete, i forum, i dibattiti dei terapisti che lo usano, ma la risposta è stata negativa, ed il TheraCane all’estero è usato da più di venti anni ! Certo vige la regola del buon senso: non andrò mai a premere troppo efficacemente o in punti delicati come il collo se non so cosa sto facendo. Si possono danneggiare i nervi? La pressione su un nervo o su un trigger point non provoca lo stesso effetto. Quando premo un nervo ho come risultato una reazione “elettrica” fulminea diversa da quella di un trigger point che è una sensazione di dolore ma al contempo liberazione. I nervi sono ben al riparo dalla pressione in molti punti del corpo soprattutto dietro e accanto la spina dorsale e molti non sono nemmeno sensibili alla pressione. La maggior parte dei nervi può essere compressa con fermezza senza produrre alcun sintomo. Ci sono tuttavia circostanze fisiologiche in cui i nervi possono essere più sensibili, e ci sono dei punti nel corpo in cui i nervi sono più esposti e meno protetti da pressioni particolarmente forti. Ma se ci massaggiamo questi punti con troppa pressione, si sentirebbero subito dolori e scatti elettrici molto tempo prima che si riesca a danneggiare il nervo. Tramite l’auto-massaggio serve una pressione Consigliato: elevata per arrivare effettivamente al punto della lesione.

Precauzioni

Durante i primi utilizzi cercare di far pratica con i movimenti e utilizzare il comune buon senso, evitando pressioni profonde,prolungate e dolorose in zone sensibili quali il collo.
Quando si inizia ad utilizzare il TheraCane, limitate la durata delle sessioni a brevi periodi.
Non premere direttamente contro il nervo sciatico o la colonna vertebrale.
Non consentire ai bambini di giocare o usare il TheraCane®.
Non massaggiare zone in cui è presente infiammazione.
Cessare l’utilizzo se appaiono delle ecchimosi; evitare l’utilizzo se si stanno assumendo anticoaugulanti

Consigliato: Una tra le fonti più autorevoli per la spiegazione del trattamento manuale dei trigger point è “Il manuale della terapia dei trigger point” per il trattamento del dolore muscolare, in cui il TheraCane® è presente in molte illustrazioni.
E’ in lingua italiana, di facile comprensione, con molte figure e spiegazioni. 360 pag. formato A4.

Il manuale della terapia dei trigger point, dolore muscolare, clair davies, rilascio miofasciale

Guida all’autotrattamento per alleviare il dolore

Indice, dettagliate spiegazioni, acquisto  qui: Manuale-Terapia-Trigger-Point

Reperti rinvenuti in tombe di epoca preistorica ci tramandano strumenti primitivi che servivano ad agire su determinati punti del corpo per stimolarne una reazione.

Stretching:
Nel nostro paese la maggior parte delle persone attribuisce ancora al termine stretching la traduzione di “allungamento muscolare” ; è un grave errore perchè nello stretching vanno considerate articolazioni, muscoli, tendini, legamenti e capsule articolari. Le fibre connettivali a livello microscopico hanno la forma di una tela di ragno, sviluppata però in tre dimensioni (x,y,z)(vedi foto), non vi è un orientamento lineare come le fibre di un muscolo. Programmi generici di stretching non sono sufficienti per sciogliere restringimenti fasciali soprattutto dove si è creato un’addensamento delle fibre in un unico punto (trigger point). Eseguire lo stretching, anche su più angolazioni, può in questo caso peggiorare la situazione.
L’esempio più significativo è illustrato nell’immagine seguente, di facile comprensione:

 

 

Stirare una zona in cui è presente un trigger point è come tendere una corda che è già sfilacciata.
Bisogna poi dire che con lo stretching si va a lavorare su zone di ampie dimensioni, rispetto ad un trigger point che può arrivare ad avere le dimensioni di un granello di sabbia. Bisogna invece prima risolvere il problema e solo in seguito iniziare un programma mirato di stretching.

Quindi , sì allo stretching, ma fatto nel modo appropriato e non dove ci possono essere zone già contratte da un trigger point.

Trigger Points e stretching

Trigger Points ed agopunti

Trigger Points e nutrizione

” La salute è un puzzle composto da educazione fisica, mentale ed alimentare “

Conclusioni

Glossario

Agilità: ci si riferisce all’essere capaci di muoversi nello spazio con rapidi cambi di direzione, velocemente, esplosivamente, efficacemente e in equilibrio

Agopressione:

Agopuntura: E’ un antico sistema terapeutico di origine cinese basato sulla teoria che la salute ed il benessere siano legati allo scorrere della forza vitale lungo specifici percorsi nel corpo ( i meridiani ).
Il terapista si avvale dell’uso di aghi molto sottili e di lunghezze diverse, che inserisce nella cute in punti esatti (agopunti) situati lungo i meridiani, per favorire il fluire dell’energia. L’agopuntura è utilizzata per curare un’ampia gamma di malattie e sintomi.

Autotrattamento: intendiamo ciò che una persona può fare da solo in ambito di esercizi fisici e auto-massaggio con lo scopo di prevenzione o cura, mantenimento di uno stato di benessere generale, miglioramento della prestazione sportiva. L’autotrattamento proposto in queste pagine è ciò che abbiamo chiamato “ Ginnastica Miofasciale”

Ayurveda: “ ayus “ vita, “veda” conoscenza, l’Ayurveda ha più di 4.000 anni di storia e rappresenta la medicina tradizionale indiana. In realtà la si può definire una filosofia , un modo di vivere, poiché dimostra attenzione per tutti gli aspetti del benessere e considera la salute come uno stato in cui il corpo si trova in equilibrio con la mente e tutti gli esseri viventi. Oltre a indicazioni specifiche sullo stile di vita l’Ayurveda utilizza pratiche fisiche (Yoga), di massaggio, ed una specifica farmacopea formata principalmente da sostanze di origine vegetale.

Catena Cinetica: Il termine “catena cinetica” è definito come un sistema di trasmissione delle forze composto da segmenti rigidi uniti tra loro tramite giunzioni mobili definite snodi. Il nostro organismo è composto da svariate catene cinetiche: i segmenti sono le ossa mentre le articolazioni rappresentano i giunti (snodi). I muscoli sono il “motore” della catena cinetica. In realtà l’apparato muscolare è flessibile e plastico e non può quindi essere paragonato a un vero e proprio sistema meccanico.

Chiropratica: dal greco cheir : mano e praxis : pratica.
Il Chiropratico cerca di correggere un allineamento scorretto di un segmento vertebrale, cranico o pelvico che può causare un’interferenza con i messaggi che i nervi conducono dal cervello alla periferia e viceversa.
Molti chiropratici si soffermano soprattutto sulla cura del mal di schiena, altri trattano molti altri tipi di disturbi e malattie.

Compressione ischemica: applicazione di una pressione progressivamente maggiore, in un trigger point, con lo scopo di eliminare il dolore in quel punto e nelle zone riferite. Questa azione è dolorosa per il paziente e fa impallidire i tessuti compressi che generalmente diventano arrossati al rilascio della pressione.

Contrazioni muscolari: nelle varie attività sportive si hanno quattro tipi fondamentali di contrazioni muscolari confrequenze diverse:
Isometrica – statica : il muscolo sviluppa tensione senza accorciarsi, per esempio quando sosteniamo un peso con ilbraccio disteso.
Isotonica o concentrica-dinamica: quando il muscolo sviluppando tensione si accorcia, per esempio sollevando un peso
Eccentrica: l’esatto contrario della contrazione concentrica, il muscolo si allunga mentre sviluppa tensione, comequando si corre in discesa
Isocinetica: il muscolo si accorcia (concentrica) o si allunga (eccentrica) a velocita’ costante. Nella contrazione isocinetica la forza e’ massimale durante tutto l’arco del movimento

Coordinazione : capacità di organizzazione,regolazione e controllo del movimento.La coordinazione si basa su unaprofonda consapevolezza dei movimenti del proprio corpo e della sua posizione nello spazio, oltre che sullacapacità di correggere l’esecuzione dei movimenti immediatamente.

Core : la zona centrale del movimento umano, il centro funzionale del corpo, responsabile della trasmissione di forze dalle grosse masse corporee alle più piccole e periferiche.  Il Core non è una precisa entità definita anatomicamente, comunque coinvolge i muscoli tra spalle e bacino.

Fascia: Vedi pag. 6

Fibromialgia: La Fibromialgia è uno stato neurologico alterato che provoca dolore. Il termine fibromialgia significa dolore nei muscoli e nelle strutture connettivali fibrose (i legamenti e i tendini) Il dolore è il sintomo predominante della fibromialgia. Generalmente, si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa iniziare in una sede localizzata, come il rachide cervicale o le spalle, e successivamente diffondersi in altre sedi col passar del tempo. Il dolore fibromialgico viene descritto in una varietà di modi comprendenti la sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione ecc. Spesso varia in relazione ai momenti della giornata, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, ai ritmi del sonno e allo stress. Non va confusa con la sindrome da dolore miofasciale anche se le due possono essere presenti allo stesso tempo.
La diagnosi di sindrome fibromialgica è basata sulla presenza di dolore diffuso in combinazione con la presenza di
tender points evocabili alla digitopressione. Non vi è alcun esame di laboratorio o radiologico che possa diagnosticare la fibromialgia e non tutti i medici la conoscono; è pertanto importante vedere un reumatologo o altri medici che siano in grado di effettuare una corretta diagnosi ed un trattamento
appropriato.

Fitoterapia: La fitoterapia è la scienza che studia l’utilizzo delle piante in ambito terapeutico e curativo.

FoamRoller: rullo cilindrico in materiale plastico compatto generalmente in commercio di diametro 15 cm e lunghezza variabile fino a 90 cm a seconda dell’utilizzo. Viene utilizzato per tutto il corpo e l’esercizio combina assieme i benefici dello stretching con quelli dell’automassaggio.

Ipotalamo:

Ipofisi:

Medicina convenzionale: è l’insieme delle pratiche mediche che vediamo applicate dal nostro sistema sanitario nazionale

Medicina non convenzionale: si riferisce a tutte le pratiche mediche che non sono ufficialmente integrate nel nostro sistema sanitario nazionale.

“mio” : prefisso che si aggiunge all’inizio di una parola e relativo al termine “muscolo” . In ambito medico può essere associato con varie parole per formare un significato diverso.

Miofasciale: La fascia ed i muscoli costituiscono, a livello anatomico e funzionale, il sistema miofasciale.

Myofascial Release: terminologia in lingua inglese che indicò un preciso trattamento di manipolazione messo a punto da un terapista per curare un ampio elenco di disturbi e sindromi dolorose.

Olismo (olos = le parti nel tutto) L’olismo in medicina rappresenta uno stato di salute “globale”, l’unione di mente, corpo, ambiente e società. Approccio olistico: La ricerca della salute è orientata dal terapista alla persona, non alla malattia, alla causa, non al sintomo, al sistema non all’organo, al riequilibrio non alla cura, stimolando il naturale processo di autoguarigione del corpo

Osteopatia: è una medicina manuale che nasce negli Stati Uniti a fine ‘800. In Italia viene classificata tra le medicine non convenzionali. Condivide con la medicina tradizionale gran parte delle conoscenze medico-scientifiche, ma utilizza un diverso approccio clinico del paziente. L’Osteopatia non prevede in alcun caso la prescrizione di rimedi farmacologici.
Si tratta di una pratica che non mira a sopprimere un sintomo e, avendo come principio di base la ricerca della causa delle varie manifestazioni cliniche, rappresenta un valido strumento nell’ambito della prevenzione.
I principi fondamentali dell’osteopatia sono:
• intendere il corpo come un’unica unità, avente la capacità di mantenere e recuperare lo stato di salute;
• migliorare il circolo sanguigno e linfatico nelle aree ristrette ed in generale;
• focalizzare il trattamento sulla ricerca della causa e non sugli effetti.
• Attraverso tutto ciò dare la possibilità al corpo di attuare una reazione di riassetto della postura;

Osteoporosi: L’osteoporosi è una malattia che colpisce le ossa e le rende porose, cioè più fragili e soggette a frattura.

Pavimento pelvico: area romboidale che si estende dalla sinfisi pubica al coccige, chiudendo in basso la cavità addomino-pelvica, circondando e sostenendo l’uretra, la vescica e la vagina fino all’apparato ano-rettale.
Chiude il bacino verso il basso e svolge innanzitutto la funzione di sostenere gli organi pelvici come l’utero e la vescica. Quando si parla di pavimento pelvico vanno distinti tre piani muscolo-aponeurotici. Tutta questa complessa struttura muscolare risulta di grande importanza durante tutto l’arco della vita della donna.

Pelvi: Il bacino o pelvi è la struttura ossea situata all’estremità caudale (lat. cauda = coda, termine che indica la posizione di un organo o di parti del corpo situate in posizione opposta o inferiore a quella della testa) della spina dorsale, con funzione di trasferimento del peso corporeo della parte superiore del corpo sullo scheletro degli arti inferiori. Esso contribuisce inoltre assieme ai muscoli perineali e addominali al sostegno degli organi addominali mentre assieme ai muscoli delle gambe contribuisce alla locomozione.

Periostio:

Pliometria: La pliometria divenne rapidamente nota ad allenatori ed atleti come una serie di esercizi mirati a unire la forza con la velocità dei movimenti, per generare potenza. Verso la fine degli anni ’70 i praticanti di molti sport, iniziarono ad utilizzare questo tipo di allenamento. L’esercizio pliometrico è un tipo di esercizio in grado di far produrre a un muscolo la sua massima forza nel più breve tempo possibile. Per comprendere bene la pliometria bisogna avere cognizioni dell’apparato muscolare come la fisiologia dei muscoli ed i tipi di contrazione muscolare.La pliometria ha un forte impatto sul sistema nervoso centrale, per cui è necessario più tempo di recupero rispetto un allenamento tradizionale. Importante è concentrarsi sulla qualità del movimento e non sulla quantità. Guarda un video al seguente link Linford Christie

Propriocezione: La propriocezione è definita come il senso di posizione e di movimento degli arti e del corpo che si ha indipendentemente dalla vista e ci rende consapevoli di come in un dato momento i nostri arti si stanno muovendo nello spazio.

Rapidità: viene tradizionalmente intesa come la capacità organica e muscolare di eseguire azioni motorie nel minor tempo possibile, senza produzione di affaticamento.

Riflessologia: Per riflessologia o reflessologia si intende una pratica di medicina alternativa consistente nella stimolazione, tramite un particolare massaggio o tocco, di zone del corpo chiamate punti riflessi.
Per zona riflessa si intende un punto della superficie corporea su cui, secondo le teorie dei riflessologi, si proietterebbe un determinato organo collocato anatomicamente, lontano da tale punto. Agendo su questi punti si avrebbe la possibilità di condizionare positivamente l’organo corrispondente;

Rilascio Miofasciale: Può essere inteso come il risultato di una o più tecniche di trattamento manuali. Lavorando nelle adesioni tra gli strati fasciali ed accorciamenti delle unità muscolari, si allevia il dolore, si migliora la mobilità, si ripristinano i flussi, si migliora la performance sportiva. Indirettamente ci possono essere molti altri benefici.

Self-Myofascial Release: potrebbe essere inteso come una o più tecniche o ciò che si ottiene (senza la presenza del terapista) tramite esercizi di automassaggio e allungamento Studiando l’origine della terminologia abbiamo preferito non utilizzare tale termine (usato precedentemente) e sviluppare il concetto di Ginnastica Miofasciale

Shiatsu: Lo Shiatsu (in lingua giapponese: Shi = dito e atsu = pressione) è una tecnica di riequilibrio energetico del corpo diffusa in Giappone sin dal VI secolo. Le origini sono legate alla medicina cinese ed anche lo Shiatsu fonda i suoi principi nel percorso energetico definito dai meridiani. Il terapista utilizzando mani, gomiti, ginocchia ,esegue un massaggio con il quale entra in profonda risonanza con la persona che si sottopone al trattamento.

Sindrome dolorosa miofasciale: dolorosità dovuta alla presenza di trigger points miofasciali attivi.

Tender point: I tender points (letteralmente punti dolorabili) sono dei punti al cui contatto risultano dolorosi se la persona soffre di Fibromialgia

Trigger point: focolaio di iper-irritabilità in un tessuto, che può provocare dolore nel punto stesso e/o proiettare dolore e dolenzia a distanza. Quando compresso, è localmente dolente. A seconda di dove vengono localizzati possono essere identificati in miofasciali, cutanei, legamentosi, fasciali, periostali.
Si dividono in attivi, latenti, primari e satelliti.( vedi pag. 27)

Velocità: s’intende il percorrere nel minor tempo possibile una certa distanza. Nell’atletica leggera i 100 metri sono considerati la specialità principe

 

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